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Quella passione che non muore mai, David tifoso del Città di Cerveteri sempre presente

Una passione senza età, il tifo verde azzurro si compone di giovani e adulti, di nonni e bambini. E se sui gradoni dello stadio Galli la domenica mattina si notano vecchi volti,  nello stesso posto come  35 anni fa, un certo effetto lo fa. 
 Alcuni di loro facevano parte degli ultras, il tifo più caldo del Cerveteri. Tra questi, insieme al figlio, c’è David. Insieme ad altri ragazzi, tutti giovanissimi, si aggrega la domenica per tifare Cerveteri.  Domenica scorsa, solo, ha seguito la squadra a Canepina. Striscione e fumogeni, unico ultras presente.  
Un ritorno al passato ?
“E’ riesplosa la passione da qualche anno. Mi sento un pesce fuor d’acqua, ma mi emoziono. Porto mio figlio, faccio un plauso a Luca e Fabio, figlio e padre, ci sono sempre con bandiere e striscioni, ed ora si è unito un altro gruppo di ragazzi.  La domenica ci facciamo sentire, diamo il massimo contributo per tifare la squadra. Sarebbe bello se si unissero  altri tifosi”.
Un po’ come accadeva tanti anni fa ?
“Quei tempi saranno irripetibili, chi li ha vissuti li terrà a mente per sempre. In tribuna ci sono vecchi compagni di stadio, Paolo, Fabio, Roberto, Agostino e tanti altri. Con loro abbiamo vissuto dei periodi di fuoco, avvincenti, sia nel tifo che nei risultati. Anche io ero delle Brigate, eravamo della stessa zona, tra via Valeri e Pelagalli. Eravamo giovani, neanche 18enni, ma organizzati.  Ho rimpianti di essere andato poche volte in trasferta, loro al contrario mio partivano in treno . Ora mi sto godendo quello che ho perso tantissimi anni fa”. 
Si guarda al futuro, cosa si potrà fare?
“Stanno arrivando molti ragazzi, hanno delle belle idee, il tifo è cambiato. Noi non avevamo internet, telefoni, compravamo Supertifo per copiare quelli più bravi di noi. Eravamo originali, abbiamo fatto le prime sciarpe nel 1991, adesivi e striscioni pur tra mille problematiche.  Partivamo in trasferta senza guardare km, da Battipaglia a Montevarchi,  per non dimenticare l’invasione a Terni e i 400 di Vasto.  Avevamo il Cerveteri nel cuore. Per tanti di noi quell’epoca era il fulcro dell’adolescenza, sono nati fidanzamenti , amicizie vere”.
E ora ?
“Invito i giovani a venire allo stadio, a tifare la squadra della città. Che facciano come noi, sebbene loro non potranno mai godersi lo spettacolo degli anni addietro. Però devo dire che entusiasmo se ne vede, la società non ci fa mancare nulla. Cerveteri può e devo tornare grande. Il verde azzurro ci scorre nelle vene, sono abbastanza fiducioso sul futuro”.

 

 

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