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Ragazzini o delinquenti?

di Ugo Russo 

Succede ormai spesso che per giustificare certi terribili misfatti alcune persone accusino la stampa e i giornalisti di aver anticipato le notizie, o di aver creato serio nocumento a personaggi che, comunque, vengono successivamente condannati per essere stati colti sul fatto durante i loro traffici loschi. Troppo comodo.

E’ anche vero, però, che la categoria dei giornalisti, per raccontare nella maniera migliore e più consona i fatti, si deve attenere ad una terminologia adeguata e che possa rappresentare nel giusto verso chi commette nefandezze di ogni genere. Ci riferiamo ai recenti, ultimi di una lunga serie, fatti tra il Pincio e Piazza del Popolo a Roma. Ebbene, masse di minorenni (alcuni anche di 12-13 anni), concordato un “accorrete” sui social si sono riversati in quella zona e hanno cominciato a darsele di santa ragione. Colpevoli anche quelli che applaudivano, incoraggiavano e non solo non facevano nulla per dividere i “bestioni”, ma riprendevano tranquillamente tutta la scena con i telefonini. A parte che sarebbe stato in ogni caso esecrabile anche qualche “schiaffetto” ma lì sono volati pugni di inaudita violenza in parti del corpo che, bene che vada, ti possono portare ad infermità permanenti, oppure, una volta fatta cadere a terra la vittima designata, calci in testa, sul volto, sullo stomaco. Insomma, rischio di una vera e propria carneficina se non fossero prontamente intervenute le forze dell’ordine. Tutto meticolosamente ripreso, ribadiamo, dai telefonini che lo hanno diffuso sul web. E milioni di visualizzazioni e mi piace! Perché, poi, la cosa per questi imbecilli fa tendenza e nei giorni a seguire si sono ripetute risse più o meno violente (che, per la verità, si verificano ormai da anni) in diverse parti d’Italia. Le fanno perché si annoiano, dicono, per trovare sfogo e divertimento ai loro beceri istinti. E allora, a questo punto subentrano i giornalisti che, nel momento di descrivere i fatti e dovendo parlare di minorenni, usano quasi sempre il termine “ragazzini”. Cosa? Qui sono cambiati i tempi, questi dai dodici anni in poi cominciano a tradire le famiglie (che in molti ma assolutamente non in tutti i casi hanno delle responsabilità), a raccontare bugie su quello che fanno, a frequentare branchi e la peggior teppa (rappresentata, per lo più, dai capi che organizzano e governano tali gruppi) e diventano fecce inaffidabili essi stessi. Si comincia con la droga e poi si passa ad altri tipi di reati sempre più gravi. Fortunatamente ancora parliamo di percentuali non assolute, comunque vicine ad alti numeri. Perciò, altro che ragazzini: bisogna qualificarli come delinquenti, potenziali criminali e fargli ricordare quello che fanno. Perché possono arrivare pure ad uccidere (“Due ragazzini di 15 e 16 anni hanno barbaramente ucciso una persona poiché gli aveva negato una sigaretta”!!!) e a volte non se ne rendono neppure conto. Non li recuperi, a meno che non reintroduci quelle che una volta venivano chiamate “case di correzione”. Con l’inasprimento dei trattamenti e anche con anni e anni di isolamento, se serve; inoltre vergare loro la schiena a forza di bastonate. Se lo devono ricordare!

Addirittura esilarante, nella sua drammaticità, come è stato raccontato il fatto che ha riguardato quella diciottenne dell’hinterland milanese, tenuta praticamente prigioniera per venti ore, bombardata di droga, seviziata e stuprata (tutto questo dicono gli atti e così l’hanno descritta i vari servizi andati in onda in diverse trasmissioni televisive). Più di un cronista ha iniziato: “La ragazzina ha subito ecc. ecc.). A parte che oggi a 18 anni altro che ragazzini e ragazzine, ti si incartano… Premettiamo che a chi si è reso colpevole di simili atrocità bisognerebbe dare almeno venti anni di cella di assoluto rigore, alla mercé, magari, di altri detenuti… Ma questa ragazza cosa faceva in un tipo di festa che non finisce certo consegnando le caramelline agli intervenuti, che inizia nelle prime ore della notte e si tira (oltre che la coca…) fino a quando l’alba è già spuntata da un pezzo? Inoltre, dicono alcuni testimoni, era già abituata ad andare a simili incontri (dichiarazioni, ovviamente, tutte da verificare), e conosceva pure alcuni che erano lì, probabilmente lo stesso autore di quelle cose vergognose. Qui entra, eccome, la famiglia, ammesso che abbia ancora peso ed importanza e non sia stata esautorata e, pian piano, disconosciuta. Non controlli a quell’ora della notte e per tutte quelle ore dove è tua figlia e cosa sta facendo? Ma, con la scomparsa dei valori che davano alla maggior parte delle persone, che li avevano insiti in loro e quindi anche il culto e l’amore per la famiglia, la possibilità di vivere in maniera onesta e proba, oggi ci si può veramente aspettare di tutto, inteso nella maniera peggiore possibile.

Tornando a bomba: colleghi giornalisti, non vi fate condizionare dall’età anagrafica, valutate la gravità dei reati, considerate che un pugno in faccia oggi, tanto per il gusto di darlo, assieme pure a tutto il resto, fa presto a trasformarsi in una revolverata domani e allora, altro che ragazzini: DELINQUENTI!

Pensierino della sera tanto per non dimenticarci del nostro amato governo e dei compiti che ha affidato, tutti alle persone più giuste (sic!): dicono che abbia creato non pochi problemi finora, eppure ad Arcuri hanno affidato la gestione dei tanto attesi vaccini (che stanno perdendo molti favori da parte di quel 40% di italiani che non li vorrebbe fare, specie prima di verificarne gli eventuali effetti negativi che potrebbero generare, ad esempio, si dice, a chi soffre di allergie). Nell’ultima intervista che ha rilasciato, il soggetto del nostro discorso ha dichiarato: “oltre tutto quello che vi è stato richiesto, vorrei ancora due cose da voi italiani, pazienza e sacrificio”. I quali italiani, per contro, se toglierai presto le tende saranno  moderatamente più tranquilli.

ALTRA CAROGNATA!!! Sabato i cari virgulti si sono dati di nuovo appuntamento in un’altra zona di Roma, sempre “chiamandosi” coi telefonini, come se questo fosse il giorno che devono fare casino perché evidentemente si “annoiano” di più… E giù botte, botte fino a scappare come dei vigliacchi all’arrivo della Polizia. La pena? I dieci fermati sono stati riconsegnati ai genitori. Una volta c’era la colla cervione: ecco, cosa ci fai, la colla con questi bastardi? Ripristiniamo le case di correzione, altrimenti non se ne viene fuori. Spezziamo la schiena a questi delinquenti… Che garantiscono un grande futuro alla nazione!

 

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