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Sapevate che Enrico Fermi veniva al mare a Ladispoli? Ecco le prove

di Giovanni Zucconi

Enrico Fermi, a parere di molti, è considerato il più grande fisico italiano di tutti i tempi, dopo Galileo Galilei. Questo scritto vuole essere solo una pillola, un semino, con il quale accostare il Premio Nobel per la Fisica alla città di Ladispoli. Solo due parole per ricordare chi era Enrico Fermi. Nasce nel 1901 a Roma. Si laurea a 21 anni, con il massimo dei voti, alla Normale di Pisa, e a 25 anni gli affidano la prima cattedra italiana di Fisica Teorica, appena costituita nell’Università di Roma. Fu grande sia come teorico che come sperimentatore. Sempre a 25 anni scoprì l’esistenza di alcune particelle subatomiche che oggi portano il suo nome: i Fermioni. Insieme ai suoi studenti, i “Ragazzi di Via Panisperna”, fece diventare Roma il centro mondiale delle ricerche di fisica nucleare. I suoi studi gli fecero vincere il Nobel per la Fisica nel 1938. Ma quello è lo stesso anno delle Leggi Razziali in Italia, e sua moglie è Ebrea. Per evitare possibili persecuzioni, durante il viaggio di ritorno da Stoccolma, dove aveva appena ricevuto il Nobel, fugge in America. Dove naturalmente fu ricevuto a braccia aperte. I suoi studi erano stati fondamentali per porre le basi per la costruzione di una bomba atomica. E con i tedeschi in gara, ogni fuoriclasse era necessario agli Americani. Per questo fu messo a capo della prima fase del Progetto Manhattan, quello che culminò con alla costruzione della prima bomba atomica. Fu naturalmente determinante per il suo sviluppo, e partecipò personalmente all’esplosione del primo esemplare. Questo in 10 righe. Ma credo bastino per inquadrarlo come uno dei più grandi fisici teorici di sempre.

Perché ne parliamo? Per campanilismo. Qualche giorno fa, su un post su Facebook della signora Francesca Veroli, a cui rubo foto e notizia, sperando nella sua comprensione, ho visto il retro di una cartolina, del 31 luglio 1918  (vedi foto) spedita da Enrico Fermi ad un suo amico. In quel periodo Fermi si stava preparando per il difficile esame di ammissione alla Normale di Pisa. E nella cartolina dove dice che andrà a studiare per sfuggire all’insopportabile calura agostana offerta dalla città di Roma? A Ladispoli, naturalmente. La notizia mi ha naturalmente incuriosito, e ho subito fatto qualche ricerca sui miei libri. Dove ho potuto verificare che quella non era stata l’unica vacanza di Enrico Fermi a Ladispoli. Un altro nome prestigioso che si va ad aggiungere a quelli che già conoscevamo, e che hanno frequentato le nostre spiagge. Chi è Enrico Persico? Un suo grande amico, e un altrettanto grande fisico italiano. Molto meno noto, ma di grande rilievo e spessore nel campo della Fisica Teorica. È stato uno dei grandi protagonisti della fisica italiana. Nella foto che segue, lo vediamo al mare di Ostia insieme a Enrico Fermi e ad un allievo di quest’ultimo, Emilio Segrè, che meritò anche lui, nel 1959, un altro premio Nobel per la Fisica. Una foto con due premi Nobel in costume, sulla spiaggia, non si incontra facilmente. Magari, ma non ne ho traccia documentale, saranno anche venuti tutti e tre insieme a fare i bagni a Ladispoli.

Ma torniamo a Fermi, e alle sue vacanze a Ladispoli. Quella documentata dalla cartolina non è la sola vacanza a Ladispoli. E non era stata sicuramente nemmeno la prima. Conosciamo una lettera, del 7 settembre 1917, quando Fermi era ancora un liceale, inviata al suo amico Persico, dove si accenna che aveva passato agosto, o parte di esso, al mare a Ladispoli.

Roma, 7 settembre 1917

Caro Enrico, ho finito da circa una settimana i bagni a Ladispoli ed accetto volentieri il tuo gentile invito. Sarò a Frascati col primo treno, che parte da Roma alle 6 e 30, lunedl. Non vengo sabato perché probabilmente non farei a tempo ad avvertirti. Io vado tutte le mattine alla Vittorio Emanuele. Qualche giorno fa sono stato dal prof. Eredia 1 per fare graduare il barometro 2 ma non l’ho ancora graduato perché, dietro consiglio del professore, farò sette o otto letture che poi confronterò con le pressioni che si sono avute, in modo da ottenere una media più esatta. Ti raccomando di studiare bene la storia di Napoleone 3. Ringraziandoti invio mille saluti a te e ossequi alla famiglia, anche da parte della mamma.

                                                                                                                                                             Enrico Fermi

E c’è ancora un’altra lettera, del 1920, sempre indirizzata a Persico, dove Fermi fa capire che anche quell’anno andrà al mare a Ladispoli. Ne riportiamo un brano.

Pisa, 30 maggio 1920

Caro Enrico, mi hanno scritto da casa che quest’anno hai intenzione anche tu di venire a Ladispoli. Ciò mi fa molto piacere perché avremo così modo di trovarci un po’ insieme. In questi giorni io ho avuto molto da fare, da un lato in laboratorio mi occorreva misurare il rapporto di un coefficiente di induttanza ad una capacità e siccome sbagliavo sull’ordine di grandezza di appena 1018 non riuscivo ad orizzontarmi e ci ho perduto più d’una settimana per arrivare ad ottenere in fine un risultato con tre cifre di cui non garantirei l’ultima….

Dalle lettere di Fermi, appare inequivocabilmente che Ladispoli non era per lui e la sua famiglia una meta occasionale, ma probabilmente una consuetudine consolidata, e che si è protratta per diversi anni. Sarebbe carino che qualche storico, anche dilettante, possa fare qualche ricerca più approfondita, e riesca a scoprire dove si sistemava Enrico Fermi quando veniva in vacanza a Ladispoli. Magari scoprire anche con quale altro Fisico era accompagnato. Chissà se Ladispoli, oltre la città del Cinema, possa diventare anche la città della Fisica.

 

2 commenti

  • Anni ’20. Mentre a Ladispol, tra i due fossi e la palude, i nostri villeggianti si godevano le vacanze da giugno a settembre, la zanzara anofele sembrava andasse “in ferie” altrove. Magari al vicino aerodromo di Furbara che tra quarantene, mascheramenti e chinino due volte al dì, anche in quelle estati, comunque ebbe le sue diverse vittime di malaria. Solo alla fine degli anni ’20 vi fu l’azzeramento con la metodica disinfestazione aerea che fu sperimentata proprio dagli acrobati di Furbara.

  • Sembra che proprio nel 1918, in piena guerra, mentre la famiglia Fermi, come altra borghesia di Roma, era in vacanza a Ladispoli, il Capitano Fiorello La Guardia avesse proibito ai suoi piloti venuti dagli USA ad addestrarsi sull’aerodromo di Furbara, di non recarsi nei borghi vicini per la persistente malaria, ma di recarsi, nelle ore libere, in treno a Roma.

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