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Sentieri nella selva, il nuovo racconto di Mauro Coni per i lettori di Ortica Social

di Mauro Coni 

Casa nostra era addossata al fianco della montagna, come una piastrella ocra lì per decorare il mondo. Non so chi avesse avuto quell’idea, quale strambo architetto, ma mi sentivo stranamente in pace, e protetto, dalla mole della montagna. La notte la sentivo pulsare, come un’immensa vena collegata direttamente al nucleo. Quando Jeanie se ne andò, portando con sé Paquito, capii che dovevo approfondire il viaggio. Chiamai degli operai e gli chiesi di scavare. Scavare nella montagna. Ricavai uno studio nella parete nord, ampio, fresco e silenzioso. Un’atmosfera sfuggente permeava quella stanza. Mi sentivo ricaricato, pieno fino all’orlo, e insolitamente concentrato. Decisi di aggredire il romanzo, che avevo in testa da anni ma di cui avevo steso solo un paio di capitoli, mollando prima di entrare nel vivo. Adesso ero forte abbastanza per completare la traversata. Di notte sognavo l’oceano, di esserne parte, circondato da stupende creature marine che turbinavano gioiose accanto a me. Mi svegliavo presto, facevo colazione e poi scrivevo per tre ore; dopo pranzo revisionavo il tutto e stampavo la versione definitiva. Il pomeriggio passeggiavo nel bosco o arrivavo giù in paese per fare degli acquisti. In quei momenti fatati, quando cala il buio, riflettevo sui grandi temi e mi veniva da sorridere. Quante bugie, quante astruse teorie ci eravamo inventati! Religioni, filosofie, esoterismo, psicanalisi, ci avevano solo allontanato dalla semplicità delle cose. Un uomo ha bisogno di una chiara linea d’azione, e di ripetere all’infinito il suo gesto. Tornando verso casa pensavo al paragrafo successivo. Frasi coagulavano nella mia mente, diapositive arrivavano da chissà dove. La notte sprofondavo nelle grandi acque…

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