Era il 26 maggio del 1991. Una data storica per il calcio di Cerveteri che per la prima volta in assoluto approdava nel professionismo. Il Cerveteri vinse lo spareggio promozione ai calci di rigore con il Giorgione, conquistato la Serie C/2, un evento leggendario per l’epoca, scatenando l’entusiasmo di un’intera città e del comprensorio. Con grande clamore della stampa.
Ben 29 anni fa, esattamente alle 18. 51, dopo una combattutissima gara finita 0-0 come all’andata in Veneto, si andò ai calci di rigore. Nemmeno i tempi supplementari erano stato sufficienti a sbloccare il risultato, tutto si sarebbe deciso dal dischetto. Scese il silenzio assoluto sul campo Galli, gremito fino all’inverosimile, quando Scopece mise il pallone sul dischetto, prese una breve rincorsa, segnando il goal della promozione. Una festa interminabile, invasione di campo, tifosi impazziti, ecco la fotografia nitida di una domenica lontana quasi 30 anni e impossibile da dimenticare. La folla impazzita, ubriaca di gioia, farà festa fino all’alba invadendo le vie della città.
Ma la festa esplose anche nelle case visto che, per motivi di ordine pubblico a causa della richiesta di biglietti, all’emittente televisiva Rta Tele Agylla fu permesso di trasmettere la partita in diretta con l’indimenticabile commento del collega Luigi Infascelli che scrisse una delle pagine più belle e genuine del giornalismo locale. Nella gara di andata a Castelfranco Veneto era stato il nostro direttore Gianni Palmieri ad effettuare la radiocronaca del match, inchiodando l’intera città per raccontare una partita difficile in cui il Cerveteri, in inferiorità numerica, era riuscito ad uscire imbattuto dal difficile campo del Giorgione. Altri tempi, altro modo professionale e coinvolgente di fare informazione, suggeriamo a qualcuno di andarsi a risentire quelle telecronache per imparare come si fa il giornalismo. Sulla panchina del Cerveteri c’era Vincenzo Ceripa, che a distanza di anni rivive quelle emozioni come se fosse ieri.
“Passano i decenni, ma ricordi come questi sono indelebili. Il tempo non cancella, mi sembra che sia trascorso solo qualche mese, invece sono 29 anni – sottolinea l’ex allenatore – ricordo minuto per minuto, un’emozione unica troppo bella per essere vera. Abbiamo scritto un capitolo della storia della città, ancora oggi i tifosi se lo ricordano come se il tempo non si fosse fermato” .
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