Litorale Russo, ma non dormo Ultim'ora

SONO MOLTO MEGLIO DI NOI

di Ugo Russo

In un mondo in cui gran parte delle persone sono diventate bestie vere, nella più spregevole accezione di questa parola, dimenticando completamente i valori, il rispetto per gli altri, le più elementari regole per un vivere civile, fomentando, semmai, l’odio più bieco verso il prossimo, che oscura il ragionamento nato per risolvere le questioni; e sfocia spesso in risse, accoltellamenti, colpi di pistola, o, ma ormai sono diventate una pericolosissima, inutile e costosissima dal punto di vista di vite umane perdute abitudine, vastissime guerre tra i popoli. Eppure in questo lercio, marcio, corrotto mondo c’è ancora una categoria di creature da cui imparare, che insegnano come si può amare, donare tutto sé stessi, senza nulla chiedere in cambio se non tenerli vicini per ricambiare il tanto affetto che danno e sottoporli alle più che meritate coccole. Chiedono di non soffrire, ma non tutte le persone riescono a capire perché sono sulla terra. Come quelli che abbandonano i cani (eccoli, ma l’avevate sicuramente capito, i meravigliosi protagonisti di questo nostro articolo), soprattutto d’estate, oppure quelli che si fanno questi fantastici quadrupedi, specialmente di piccolissima taglia, per portarli magari sulla spalla e darsi delle arie nelle loro spregevoli compagnie. E quando si stufano, invece di buttarsi loro, si liberano dei loro fedelissimi affetti. Quella dei pelosetti è una missione di amore. Li vogliamo magnificare qui, come meritano, raccontando alcune storie recenti o più indietro nel tempo che li hanno resi dei veri e propri eroi. Autori di cose che probabilmente pochissimi esseri umani avrebbero saputo compiere. Leggetele attentamente, soprattutto quelli che non li hanno mai apprezzati come dovuto e vedrete che imparerete molto da loro. I più sensibili, invece, arriveranno a piangere plaudendo a quanto fatto da questi ineuguagliabili amici. Certo, ci sono alcune razze particolarmente aggressive di cui non sono pochi quelli che hanno paura; ma molto dipende da come questi animali vengono addestrati. Il loro compito è quello di fare la guardia, ma sono in genere affettuosi con la famiglia dove vivono. Mettetevi comodi.

Zippy, il jack russell della famiglia Butler ha salvato loro la vita dopo che la casa in cui vivevano, a Bradenton, in Florida, è andata a fuoco intorno alle 2 di notte a seguito di un incendio divampato in soffitta. Nessuno si è accorto di nulla, nel pieno della notte, tranne il loro fedele amico a 4 zampe. Zippy ha iniziato a correre per tutta la casa, ha abbaiato a lungo, è andato su tutti i letti nel tentativo di svegliare gli occupanti, fino a quando non si sono alzati. I Butler sono riusciti a fuggire dalle fiamme e a salvarsi. Tutti tranne Zippy. Il capofamiglia ha provato a rientrare in casa per salvarlo, ma era ormai troppo tardi e il cagnolino è stato trovato ormai privo di vita da vigili del fuoco. Zippy è morto da vero eroe, ha pensato a mettere in salvo la sua famiglia sacrificando la sua stessa vita.

Negro era un cane da guardia che ha vissuto fianco a fianco ad alcuni vigili del fuoco per più di dieci anni. La storia arriva da Iquique, una città cilena, dove ogni giorno i pompieri locali si mettono a disposizione della comunità; oggi, però, hanno dovuto tristemente dare l’addio ad un loro collega speciale. Si chiamava Negro ed era un cagnone che per più di dieci anni aveva tenuto loro compagnia. Il suo compito era importante: doveva tenere sotto controllo la stazione centrale nel momento in cui i suoi amici pompieri dovevano intervenire per salvare qualche vita. Una volta rientrati, per loro c’erano gli scodinzolii del quattro zampe, che così riusciva ad essere una presenza amica nei grossi momenti di stress che i vigili dovevano sopportare. Negro però ora non c’è più. Ecco le parole accorate dei vigili attraverso una nota online: “Questo pomeriggio, uno dei nostri colleghi ha lasciato la terra, il nostro pompiere a quattro zampe. Grazie mille per tutti gli anni che sei stato con noi. Ti ricorderemo per sempre“. Non si sono limitati alle parole, visto che Negro è diventato ufficialmente “pompiere onorario” e gli è stato organizzato un funerale d’onore.

Un’altra fantastica storia, che supera l’immaginazione di qualsiasi sceneggiatore, ha avuto luogo in America. Il nome del cane è sconosciuto e la sua padrona era una bambina di 8 anni, uniti da un legame molto forte. Una mattina, la madre portò il fratellino all’asilo lasciando la piccola sola in casa per quasi un’ora. Un uomo, che da tempo cercava di abusare della bambina, approfittò della situazione e si presentò alla porta di casa. Dopo essersi assicurato dell’assenza dei genitori, entrò con la forza e cercò di violentare la piccola, che riuscì a malapena a difendersi. Il cane si gettò furiosamente sull’aggressore, mordendolo e ferendolo gravemente, finché  non scappò. Quando la madre rincasò, la bambina le raccontò cosa era successo. La polizia arrivò poco dopo e poté prendere alcune tracce di sangue del pedofilo. Grazie all’esame del Dna, le forze dell’ordine riuscirono a risalire all’aggressore e a metterlo dietro le sbarre.

Ma ci sono anche le storie che identificano l’abisso che c’è tra uomo (bestia schifosa) e cane (eroe). E la bestia schifosa non merita, e continua a persistere, quello che l’eroe fa per riunirsi a lui. Ha percorso più di 200 chilometri, ha attraversato le foreste della Siberia senza badare a lupi e orsi pur di tornare dal proprietario che lo aveva abbandonato e mandato in un canile. Protagonista della storia, che arriva dalla Russia, è Maru, un Bullmastiff di un anno. Il cucciolo si trovava su un treno della Transiberiana diretto a Novosibirsk, dove era per l’appunto il canile, quando, alla fermata di Achinsk, è scappato usando le sue zampe per aprire lo sportello della carrozza. Due giorni dopo è stato trovato in una zona industriale vicina alla casa del proprietario che l’aveva abbandonato. Sembrava avere le lacrime agli occhi, come hanno riportato i soccorritori. Maru ha seguito attentamente la ferrovia Transiberiana – la più lunga al mondo – verso Est. Quando è stato trovato, era esausto. E zoppo. Ora Maru si trova in cura per via delle ferite riportate. Ancora non si sa cosa gli succederà una volta rimesso in sesto.

 E questa è una vicenda che riguarda personalmente il vostro giornalista. Pakito, un mitico volpino, con lui 17 anni di amore reciproco; è stata la forza della mia famiglia, il nostro coraggio, la volontà di andare sempre avanti. Alcuni lettori de “L’Ortica social” lo avranno provato e sapranno che quando sta morendo quell’affetto meraviglioso che sai che sta per volare in cielo e ti muore tra le mani il tuo cuore si spezza in mille parti. Ricorderò sempre le parole che gli dissi piangendo, tenendolo tra le braccia, poco prima che spirasse: “Ciao, amore, non ti preoccupare. Papà scriverà un libro e tutti sapranno quanto sei stato GRANDE”. E un mese dopo è uscito Pakito; certo nessuno ce lo riporterà ma sentendolo comunque sempre vicino e rileggendo i tanti aneddoti della nostra vita assieme vivrà perennemente nella nostra memoria. Era davvero speciale. E un consiglio: se vi capita una cosa del genere, magari fate passare un paio di mesi ma pensate di prenderne un altro. Così abbiamo fatto noi con Pepito, volpino spitz che spesso ci ricorda Pakito e che amiamo alla follia perché si fa tanto amare e a casa è il migliore di tutti.

Ultima storia di oggi è alquanto retrodatata. Bobby era un cane di razza, uno Skye Terrier, divenuto una vera leggenda. John Gray, un guardiano notturno di Edimburgo lo adottò e ne fece un suo amico inseparabile. Tuttavia, Gray morì di tubercolosi nel 1858. L’animale aveva trascorso con lui ogni momento della sua vita e non riuscì a capire cosa stava succedendo. Si dice che John Gray fu sepolto nel cimitero di Greyfriars. Da allora, Bobby decise di trasferirsi in quel luogo per rimanere accanto al suo padrone, anche oltre la vita.Gli abitanti del luogo notarono che il cane non lasciava mai la tomba del suo padrone, per nessuna ragione. Cercarono di attirarlo e portarlo via, ma senza successo. Dopo nove anni, venne emessa una ordinanza secondo la quale ogni cane randagio doveva essere soppresso. Un signore, William Chambers, decise di pagare per mettere in regola Bobby e gli mise il collare obbligatorio, oggi conservato in un museo scozzese. Bobby morì 14 anni dopo il suo proprietario. Venne sepolto e lo scultore Wiliam Brodie realizzò una riproduzione a grandezza naturale di questo fedelissimo cane. Dall’anno 2000, la tomba di Bobby è diventata una sorta di santuario che le persone visitano per rendergli omaggio. Sulla sua lapide si legge:“Che la tua lealtà e devozione sia un esempio per tutti noi”. Storie da tutto il mondo, come avete letto e ne succedono tante anche da noi. Perché saranno milioni quelle che riguardano gli amici a quattro zampe e tutte straordinarie e commoventi. Ecco perché torneremo sull’argomento anche la prossima settimana e preparatevi ad un altro articolo di grande insegnamento. Per tutti. (Le foto dei pelosetti sono quelle dei cani delle storie).

(SONO MOLTO MEGLIO DI NOI 1 – Continua)

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