La scure di ventidue licenziamenti sta per abbattersi su altrettante famiglie di operatori del Tiberia Hospital, di proprietà del Gruppo GVM, colpendo duramente un comparto già messo a dura prova dai mancati rinnovi contrattuali. In un momento storico in cui la sanità privata continua a generare profitti, assistere a decisioni che cancellano posti di lavoro e professionalità consolidate è un vero schiaffo alla giustizia sociale. I lavoratori dei servizi di ausiliariato, accettazione e ufficio cartelle cliniche rischiano ora di essere messi alla porta, in nome di nuove esternalizzazioni che nulla hanno a che vedere con un reale miglioramento dell’efficienza, ma rispondono solo a logiche di risparmio a discapito delle persone. “Sentire parlare di “riorganizzazione” come motivo di questa scelta – dichiarano Fabrizio Fabbri, Segretario Regionale UGL Salute Lazio e Valerio Franceschini, Segretario Provinciale della UGL Salute Roma – fa sorridere amaramente: non si tratta di riorganizzare, ma di sacrificare lavoratori e famiglie sull’altare del profitto. E questo è inaccettabile”. La UGL Salute non resterà a guardare. “Metteremo in campo tutte le nostre forze – proseguono Fabbri e Franceschini – e ricorreremo a ogni forma di mobilitazione e protesta, affinché venga trovata una soluzione capace di salvaguardare i livelli occupazionali e tutelare la dignità dei lavoratori coinvolti”. Il sindacato rivolge un appello diretto alla Regione Lazio, e in particolare al Presidente Francesco Rocca, affinché si faccia parte attiva nel confronto con la proprietà del Tiberia Hospital e con le parti sociali: “Chiediamo un intervento immediato per scongiurare questi licenziamenti. Non si può continuare a giocare sulla pelle degli operatori sanitari, che rappresentano ogni giorno il volto concreto della cura e dell’assistenza

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