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UN ANNO PASSATO INVANO  

di Ugo Russo 

Sembra di essere ancora a marzo dello scorso anno e, come se il tempo si fosse fermato, ripercorriamo esattamente le cose di 365 giorni fa. Dopo la Pasqua 2020 (“Non vi preoccupate, facciamo un po’ di sacrifici adesso e vedrete che tutte le prossime importanti festività le passeremo come quando non c’era questo maledetto virus”. Alla parola pandemia ci saremmo arrivati di lì a poco), é passato Natale, tappati in casa, ora di nuovo la Pasqua e aritappati in casa. In questo lungo periodo soldi, tanti soldi buttati al vento, e problemi con mascherine, tamponi, respiratori, terapie intensive, da tempo, ormai con i vaccini che non arrivano e tanta gente incapace che ci ha rovinato e che non è stata rimossa o è stata rimossa in colpevole ritardo. E’ cambiato il presidente del consiglio, è arrivato quello che era stato dipinto come il salvatore della patria ma, per ora, è cambiato poco o niente, anzi si potrebbe dire nulla. Anche i discorsi, come quello che draghi ha fatto tre giorni fa: “Faremo, faremo e ancora faremo, ma un ruolo determinante lo dovrete recitare voi italiani che dovrete dare una grossa mano”. E che ti pare? Fino a dopo la prossima Pasqua di nuovo tutto chiuso, ma non arrivano i ristori (che ora chiamano sostegni) e la gente non ne può veramente più. Gli italiani hanno già stra-dato, caro draghi, in qualsiasi altra parte del mondo sarebbero insorti e sarebbero arrivati sull’orlo della guerra civile. Ma vedendo che si continua a fare nulla attenti a giocare con il fuoco.

In televisione si continuano a vedere e sentire cose inenarrabili di gente che si taccia di essere un grande professore e poi è la banalità fatta persona e non sa mai rispondere concretamente alle domande che gli vengono fatte. In particolare c’è un imbecille che continuano ad invitare in molte trasmissioni e lui pensa che sia perché è bravo, e questo gli da il diritto di sentirsi un personaggio, ma spesso lo prendono in giro e lo mettono in difficoltà; speravamo di essercelo levato di torno e invece… è ricicciato!

E poi sui vaccini sembra quasi che parlino o sparlino bene o male di certe aziende produttrici per mera convenienza. Di nuovo è tornata alla infelice ribalta AstraZeneca. Pare che 30 (ma qualcuno dice 300) persone siano morte a causa degli effetti collaterali del vaccino, ovvero dopo essersi sottoposte alla inoculazione della prima dose. Già sulla casa anglo-svedese c’erano state delle polemiche sul limite di età e sull’efficacia (prima il 55% poi, “miracolosamente” arrivato al 70 -80-85%!!!), ora questa più che allarmante voce. Ebbene, anche dai professori più qualificati, alla domanda se bisognava preoccuparsi, è arrivata una risposta incredibile, da scioccare la gente: “State tranquilli!!! Perché se anche ci fossero stati 30 morti (ma ripeto, sembrerebbero molti di più e poi anche persone giovani e sane), a fronte di 5 milioni di vaccinazioni bisogna considerare la proporzione effetto/rischio/beneficio. Sì??? Ma se quelli non si fossero vaccinati sarebbero ancora in vita e, specie per gli anziani alla loro età sei mesi, un anno in più sarebbero come 20 anni. Uno fa il vaccino per vivere e allungare la vita, non per morire.  Speriamo che si riconoscerà l’inesistenza della causa di morte provocata dal vaccino altrimenti il terrore si  accompagnerà al subentrato orrore…Un’altra cosa: io, cittadino, ho pagato una vita di contributi ed ora, vecchio, ho una pensione certamente non equiparata a tutto ciò che ho versato. Perché non mi posso scegliere IO il vaccino da fare? Ma devo accontentarmi di avere nel mio corpo quello che mi impone uno stato che ha sbagliato a commissionarlo!

Ridicole, poi, sono certe esternazioni di alcuni virologi a cui bisognerebbe veramente controllare se hanno la laurea… Di alcuni giorni fa le parole di uno (presentato come grande professore) che voleva entrare pure nel privato degli italiani. “Anche per le coppie sposate da anni, a maggior ragione per i giovani che amano cambiare spesso partner, è vietato in tutto questo periodo fare sesso. Al limite, se proprio avete voglia, arrangiatevi da soli!”. Evviva, la riscoperta e la celebrazione della pippa!!! Che squallore! Pronta la risposta di un  altro virologo: “Intanto sono discorsi che non andrebbero fatti in questi termini, poi fare l’amore fa bene al fisico e alla psiche”. In un periodo in cui vorremmo sentire unità di intenti e di pareri, momenti di altissima televisione…

Però noi dobbiamo fare quello che l’europa ci dice di fare, siamo europeisti convinti. Viva la nostra cara lira… L’ultima notizia in ordine di tempo ci fa sapere  che, fottendosene delle trattative “continentali”, certi stati europei (tra cui anche alcuni facenti parte della Ue) si sarebbero coalizzati per rimediare i vaccini da soli, alla faccia di tutti gli altri che percorrono le vie normali e ritenute giuste, tra cui anche noi, e lo prendono sempre in quel posto!

CALCIO, CHE DISGUSTO – Tutto si ferma ma il mondo del pallone deve andare per forza avanti, con lo schifo che propone ogni giorno. Ricambiata nuovamente la data di Juventus-Napoli, partita in cui si è vilipeso e sbattuto a terra come uno straccio il protocollo, a piacimento evidentemente di qualcuno; incontri, con quel vergognoso spettacolo che offrono, tutti i giorni e questo comporta (oltre a non poter più stare dietro alle classifiche) che i malati di football per fortuna stanno nettamente diminuendo; campionato chiaramente falsato poiché condizionato dal covid, dai tanti infortuni perché si gioca troppo, e soprattutto da arbitraggi che determinano i risultati di molte gare. E’ pur vero, comunque, che Inter e Milan meritano di stare dove si trovano. A proposito di arbitraggi quelli che hanno penalizzato la quasi totalità degli impegni delle nostre squadre in europa (a dimostrazione che non contiamo nulla neanche nel pallone…) sono stati scandalosi. In Champions danneggiate (anche, per ora, con una eliminazione) Juventus, Atalanta e Lazio; in Europa Legue il Milan (che pure ha tenuto botta a Manchester). Unica a non potersi certo lamentare é la Roma, con Castro, tecnico degli ucraini, infuriato a fine gara: “Irregolare il gol di El Shaarawy e l’averlo accordato ha determinato il risultato finale che non meritavamo assolutamente”. Ma insomma… A proposito della società capitolina, oberata dai debiti come e forse più di tante altre società, che, però, stanno tuttora ferme, pare sia già proiettata sul prossimo calcio mercato. Complimenti.

SANREMO, ORA BASTA  Anche per tutta la scorsa settimana abbiamo ascoltato giudizi sull’appena passato festival e abbiamo, ahinoi!, riascoltato le canzoni proposte nell’ultima kermesse. Mentre in tutte le altre emittenti si è parlato giustamente male dell’organizzazione, delle canzoni e dei cantanti per lo più sconosciuti e molti non all’altezza di salire su un palcoscenico così importante, in tutti i programmi della emittente di stato gli ospiti, pagati ed evidentemente indirizzati ad esprimersi in tal senso, ne hanno parlato, nessuno escluso, bene. Che ribrezzo, neppure un incompetente avrebbe relazionato in termini tanto entusiastici e loro incompetenti non erano. Ad arrivare prima è stata la canzone più brutta in assoluto che abbia non soltanto mai vinto a Sanremo, ma che sia stata mai presentata a Sanremo. Ci spieghiamo: questo Festival era nato perché dovesse essere l’esemplificazione della canzone italiana, la melodia e le voci più belle. Dice: ma sono cambiati i tempi, ok, ma a tutto c’è un limite. Per metà brano si è sentito Siamo fuori di testa, ma non c’era bisogno che lo cantassero, lo avevamo capito da soli. Loro e i dannosi giovani che li hanno visti e votati. Loro che vogliono lo sballo, il rincoglionimento anche nelle canzoni. Ma se pensano che quelli che hanno il palato fine dal punto di vista musicale, e che infatti prevedendo quanto sarebbe successo non hanno visto un solo minuto delle cinque serate, possano cambiare idea e allinearsi alle loro ignobili preferenze hanno sbagliato di grosso. Scrivevamo la volta scorsa che gli organizzatori non lo devono più chiamare “Festival della canzone italiana” ma festival (con la f minuscola) generico dove far sfogare gli istinti di quelli che fanno questi motivi; ma fateli sentire solo a chi piacciono (a chi piacciono?). Grazie ai giovani è finita pure la musica. Complimenti!

Certo, la colpa non è dei Maneskin che pure ce l’hanno messa tutta, ma di chi ha permesso che proponessero il loro assordante hard-rock che pure è già stato fatto oggetto di possibile plagio da almeno altri tre gruppi che suonano lo stesso genere di musica.

E della depravazione a cui si è assistito ne vogliamo discutere? Non si può esaltare a divo e proporlo come ospite fisso per tutte le serate uno come Achille Lauro. Nell’articolo precedente la didascalia alla foto che lo riprende mentre bacia il chitarrista è eloquente: Il momento più squallido di un già squallido festival.

Foto LaPresse

LA SCOMPARSA DI UN GRANDE – Il covid, intanto, si è portato via un altro grande, lui sì, della musica italiana, Raoul Casadei. Lo voglio ricordare per come l’ho conosciuto, quando ebbi la fortuna di fare delle serate assieme alla sua fantastica orchestra. Era il periodo in cui come cantante c’era la altrettanto mitica Rita. Ebbene, più che l’uniforme (per altro sempre uguale in tutti quelli che salivano sul palco, risultando molto eleganti), era vietato esibirsi senza il sorriso da parte dei componenti del gruppo. Era la carta di identità voluta dal comandante (Raoul, per l’appunto) per esternare la felicità e la gioia di vivere da trasmettere al pubblico con un tipo di musica che portava allegria e spensieratezza.

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