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Una mattinata in Vaticano

di Ugo Russo 

Arrivi a piazza San Pietro e senti improvvisamente che qualcosa sta cambiando in te; affretti il passo, come un giovanotto, e non avverti alcuna fatica quando fino a pochi minuti prima sentivi arrivarti il fiatone nel salire due scalini o nel correre per pochi metri quando stava per scattare il semaforo. Ti sembra di volare, vuoi giungere in fretta per goderti tutte quelle bellezze fuori e dentro la Città del Vaticano. Riempìti opportunamente gli occhi delle meraviglie della Basilica, che hai visto cento volte ma non ti stancheresti mai di guardare e di ammirare, dopo un passaggio facilitato, entri e ti rechi alla Sala Nervi (dedicata a Paolo VI). C’è l’Udienza del mercoledì di Papa Francesco e lo scrivente, come socio Liba (l’associazione delle leggende della pallacanestro) è stato invitato a parteciparvi. Dentro all’immenso locale, che può contenere fino a 12 mila posti, senti qualcosa  di innaturale, magico e celestiale e puoi ammirare un capolavoro di architettura come la volta parabolica e altri tesori di arte come la scultura della Resurrezione. Credo che all’udienza abbiano partecipato almeno settemila pellegrini provenienti da tutto il mondo, il che, in un periodo in cui la pandemia è ancora ben lontana dall’allontanarsi, non è assolutamente male. Noi dell’associazione (l’acronimo è con punti divisori, L. I. B. A. e cioè Legends Italian Basketball Association) siamo stati messi abbastanza avanti anche perché al termine, prima dovevamo donare delle cose al Santo Padre (un pallone da basket firmato da tutti, una maglietta che ci caratterizza, un libro) e poi, vista la splendida disponibilità del Papa, avrebbe fatto una foto assieme a noi. E lui (che all’inizio, al Suo ingresso sul palco, era stato accolto da un autentico boato) non si è risparmiato neppure con altri fedeli che hanno cercato di fare il possibile per toccargli la mano, scambiare una parola con lui, insomma avere una qualsiasi forma di contatto con una Personalità così grande. Certo, un’autentica minoranza ma lui a tutti non ha fatto mancare un sorriso, nonostante la palese sofferenza nel fare quei passi per spostarsi pur sempre molto vicino al palco. Una giornata indimenticabile per tutti noi in cui ogni cosa ha funzionato in maniera perfetta? Non proprio (ma ci torneremo tra poco), a parte la mirabile interpretazione dell’attore protagonista.

Il gruppo della Liba con Papa Francesco

IL LATO NEGATIVO – La troppa fiscalità, nel senso di sbagliare clamorosamente con certe persone, degli addetti al servizio smistamento della gente da far entrare ed uscire nella sala. Per fortuna soltanto alcuni, ma quelli messi nei punti strategici. Così qualcuno tra noi non è stato fatto passare per raggiungere il palco e poter fare la foto cumulativa con il Santo Padre. Certo, l’italiano è noto per la dote messa in evidenza in famosi film interpretati ad esempio da Alberto Sordi e Totò, l’arte di arrangiarsi, e allora chi ha avuto la possibilità e si è ingegnato ha comunque potuto dare la mano e parlare a livello personale con Papa Francesco anche per qualche minuto, andandogli ancora meglio; poi ha sventolato con orgoglio la foto con sì tanto Personaggio come fosse stata una vera e propria Udienza privata. Non si era mica sobbarcato, questo credente, una levataccia all’alba per andare, una volta nella vita, a cambiare aria… Però rimane lo sgarbo di tali inservienti, nel tempio della Cristianità e della bontà da trasmettere agli altri, messi nel posto sbagliato (per come si sono dimostrati) al momento sbagliato. E poi c’è un’altra cosa che sviscereremo nel paragrafo successivo. Però rimane lo sgarbo di tali inservienti, nel tempio della Cristianità e della bontà da trasmettere agli altri, messi nel posto sbagliato (per come si sono dimostrati) al momento sbagliato. E poi c’è un’altra cosa che sviscereremo nel paragrafo successivo.

MA IL GREEN PASS A CHI SERVE, QUANDO (???) VIENE CHIESTO? Il governo ci ha fatto due scatole sul fatto che dovevamo assolutamente avere il green-pass come lasciapassare per tutti i nostri spostamenti, specie al coperto, per documentare che uno aveva fatto le due dosi del vaccino che poi… non lo guarda o chiede nessuno!!! Sempre nella visita in Vaticano ho accennato al fiume di individui che, chi in un’entrata di favore (e comunque dotata di metal detector), chi dall’entrata principale, è affluita per vedere il Papa. Bene, forse il metal detector sarà stato dotato almeno del misuratore della temperatura (e forse non è sta controllata nemmeno quella) ma tutti coloro che si sono presentati ai controlli con la cosiddetta carta verde in mano l’hanno potuta riporre tranquillamente in tasca perché nessuno l’ha chiesta! Vero è che all’interno almeno la mascherina ce l’avevano praticamente tutti.

Stessa cosa nei ristoranti; da quello che so, sia per esperienza personale o di chi me lo ha riferito, e in questo periodo si mangia sempre al coperto, “accomodatevi, sedetevi, va bene questo tavolino (piccolo, ndr) per quattro?”. Cosa è, un modo per vendicarsi con il governo per tutto quello che questi commercianti hanno dovuto subire in tutti questi mesi? Ma la stessa situazione si riscontra nei supermercati, nei bar in cui uno consuma sedendosi al tavolino, nei negozi delle più svariate ragioni sociali, e metteteci voi quello che vi passa per la testa tanto è così pressoché dappertutto. E allora, ci stiamo prendendo in giro? Intanto i contagi sono in preoccupante risalita e i virologi sono tornati a dare i numeri (a casaccio) non sapendo ancora dire con certezza quanta è la copertura, in mesi, delle due dosi del vaccino.

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