Litorale Racconti

“Vicini” il nuovo racconto di Mauro Coni per i lettori di Ortica Social

di Mauro Coni

Aveva chiamato il suo gorilla Heathcliff. Chi andava a trovarla era terrorizzato da quel bestione nero ma poi, vedendolo sfogliare con eleganza un’edizione rara di Dickens, per di più indossando un monocolo, capiva che non solo era mansueto ma superiore a qualunque altro animale. Lo aveva trovato suo padre, in uno dei suoi viaggi, e lo aveva portato a casa. Jennifer al tempo aveva sei anni ed era rimasta incantata da quello scimmione, ne aveva intuito subito la sconfinata dolcezza. Heathcliff la proteggeva, giocava con lei, la spingeva sull’altalena e la portava in spalla. Era bellissimo vedere il mondo da lassù! Chiunque la infastidisse veniva accolto da un grugnito e quello bastava ad allontanare lo scocciatore. Avrebbe ucciso per lei, frantumato quei crani come misere noccioline. Ma non servì, né allora né poi: Jennifer era amabile, gentile e tutti le volevano bene. Amava la letteratura e crescendo volle condividere questa passione col suo compagno di giochi. Incredibilmente Heathcliff imparò a leggere e ad articolare suoni umani. Gli etologi che lo studiarono non riuscirono a spiegare questa sua evoluzione, che non aveva alcun precedente storico. Il mite e anziano dottor Flair suggerì che lo fece per accontentare la sua padroncina, cui era legato da un amore indicibile. Era anche un buongustaio, banane sì ma soprattutto spaghetti, bistecca di collo e dessert alle noci! Quando Jennifer si fidanzò rimase al suo fianco ma la ragazza notò in lui una grande tristezza. Era sempre stato energico, giocherellone ma ora sembrava spento, come rassegnato al suo destino. Una notte venne svegliata da un fracasso eccezionale. Urla bestiali, piatti rotti, legno divelto. Proveniva dalla cucina. Timorosa si alzò, inforcò gli occhiali e andò a vedere. Argentato dalla luna Heathcliff stava polverizzando l’intero mobilio. Quando lei chiamò il suo nome lui si girò, la fissò con occhi in lacrime, distrutti dal dolore. Emise un potente ruggito, travolse la porta con una spallata e fuggì nella notte. Jennifer non lo rivide più  

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